BIVACCO ALPINO
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Il progetto del bivacco alpino si basa su una concezione degli spazi minimi senza tralasciare il comfort. La cellula ecologica proposta si rivela così un mix di semplicità e alta tecnologia, di reversibilità e durabilità, di facile individuabilità e realizzabilità.
Il concetto di base parte dalla conformazione classica a pendio della montagna: il progetto potrà essere sistemato su qualsiasi tipo di pendio, essendo predisposto di piedi di appoggio in pistoni idraulici in acciaio regolabili a seconda delle esigenze. Altro tema dal quale è partita la progettazione della cellula abitativa è il cannocchiale: il concetto del manufatto come strumento che desse la possibilità di avere una vista privilegiata del panorama sottostante, avendo la sensazione di protezione data dalla spessa coltre di legno della struttura. Tutto questo ha portato alla definizione di un blocco dalla semplicità formale apparente, poiché frutto di un lungo studio delle proporzioni adeguate, connesse all’esigenza di minimizzare quanto più possibile gli spazi interni.
Il manufatto si compone di una grande “U” rovescia, con una sezione variabile, che aumenta man mano che si giunge alla testata dello stesso. Il piano di calpestio interno è costituito da un salto di quota, voluto con l’obiettivo di dare la possibilità a chiunque usufruisse del bivacco, di poter avere la propria vista dalla grande vetrata in testata.
L’organizzazione funzionale è molto semplice, poiché basata sullo sfruttamento massimo degli spazi: dopo la prima parte d’ingresso, destinata allo stoccaggio delle attrezzature, vi è una prima zona (A) con cucina (A’) e bagno (A’’), dotato di lavabo, water e doccia. Segue la “zona notte” (B) con la disposizione longitudinale di due file di due letti ciascuna; infine, dopo un dislivello di circa un metro, si sistema la zona giorno” (C) con panche laterali e un tavolo removibile e ampliabile, adatto per l’utilizzo da parte di un massimo di 6 persone. In quest’ultima area sono previsti ulteriori due letti ribaltabili. Infine vi è una piccola loggia esterna (D) dal quale si ha una visione totale del panorama montano.
La parte strutturale di sostegno del manufatto è demandata ad un sistema di pannelli prefabbricati in legno tipo X-LAM, presagomati e assemblati sul posto con staffe ad L metalliche imbullonate. La scelta progettuale è dettata dalla volontà di voler utilizzare anche nella struttura, materiali reperibili sul posto (come appunto il legno) e facilmente trasportabili, potendo prevedere anche l’elitrasporto e il successivo montaggio in sito che richiede un minimo tempo di lavorazione.
Per quanto riguarda la coibentazione, la soluzione adottata verte sull’utilizzo sempre di materiali riciclati ed ecosostenibili come ad esempio la lana di legno. Dal canto suo, questo tipo di materiale necessita uno spessore notevole per assicurare il giusto isolamento termico; per questo motivo sono previsti due strati di isolamento: uno nella parte interna con spessore di 10cm e uno esterno “a cappotto” di circa 5cm. Per assicurare un’adeguata traspirazione della cellula abitativa, nella parte interna viene sistemato un freno al vapore, mentre nelle facciate esterne, un telo traspirante tipo “delta vent”.
I rivestimenti, interno ed esterno, sono stati progettati in maniera completamente differente: l’interno si caratterizza con una serie di doghe in legno poste orizzontalmente, che corrono per tutto il corpo longitudinalmente; agli estremi, queste doghe si incontrato con il rivestimento esterno, pensato in completa opposizione: lastre in zinco-titanio nero, materiale resistentissimo e di durabilità eccellente, che non necessita di manutenzione poiché, grazie ad una patina autopulente, evita lo stazionamento dello sporco, evitando così, eventuali attacchi di agenti chimici. Il tutto è quindi pensato per assicurare la massima durabilità e la facilità di montaggio. La scelta del colore scuro è dettata dalla volontà di rendere evidente il bivacco e anche per attirare la maggior quantità di calore, il ché fa diminuire il fabbisogno interno di calore nei mesi più freddi e da la possibilità di far sciogliere più in fretta la neve.
L’autosufficienza energetica è assicurata da pannelli fotovoltaici in copertura, che danno il giusto apporto energetico necessario all’illuminazione interna, alla piastra nella cucina e al boiler per il riscaldamento dell’acqua. L’approvvigionamento idrico è garantito da un sistema di ricircolo delle acque piovane, che da un serbatoio di accumulo rende potabile l’acqua attraverso un apposito depuratore, oppure porta direttamente l’acqua calda o fredda per l’utilizzo in cucina e in bagno. Lo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi è demandato ad una vasca di accumulo tipo imhoff removibile, ispezionabile ai fini della pulizia e manutenzione.
In conclusione, si specificano le dimensioni previste che rientrano nella cubatura richiesta dal bando, poco superiore ai 45m3, con un lato minore di 3,16m, un lato maggiore di 11,46m, ed un’altezza variabile da 2,15m a 3,60m.