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Expo 2015. Lad vince il concorso per il Padiglione dell’Iran, ma…

 

 

 

 

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a cura della Redazione

Lad, Laboratorio di Architettura e Design, con la collaborazione del partner iraniano Njp, Naqshe Jahan-e-Pars, ha partecipato – vincendo – al concorso ad inviti per il Padiglione Iran dell’Expo 2015. Se la buona notizia è che uno studio italiano sia riuscito ad aggiudicarsi un progetto di rilievo internazionale nel contesto dell’evento di Expo 2015, la cattiva è che probabilmente questo edificio sarà destinato a rimanere sulla carta.
Svolto già nell’estate del 2013, il concorso ha selezionato l’interessante idea progettuale del team, che prevede l’edificio come una sezione del territorio capace di rappresentare, anche metaforicamente, la profonda civiltà iraniana: l’edificio rivela infatti il funzionamento del “Qanat”, un’antichissima tecnologia di approvvigionamento idrico sotterraneo che per secoli ha portato energia e vita agli insediamenti umani nel territorio del paese.
Purtroppo, indipendentemente dalla vittoria ottenuta nello svolgimento del concorso, il governo iraniano non ha ancora dato allo studio la possibilità di sviluppare il progetto e ha anzi intenzione di conferire direttamente l’incarico a un professionista che non ha partecipato al concorso. Lo studio spiega come questa decisione sia “un vero peccato perché riteniamo che il progetto vincitore rispecchi veramente la relazione tra il tema dell’Expo 2015 e la cultura persiana”.
Le lungaggini che la situazione sta, inoltre, generando potrebbero seriamente minacciare il buon esito della realizzazione, e seppure l’Iran abbia iniziato l’avventura del progetto per il proprio padiglione nel migliore dei modi, attraverso la procedura concorsuale che garantisce un risultato architettonico migliore del semplice affidamento diretto d’incarico, ad oggi queste buone intenzioni sembrano disattese e presumibilmente sarà portato a compimento un padiglione diverso da quello che ha vinto la gara.
“Di questa storia rimane ovviamente una grande amarezza perché per ragioni imperscrutabili ci è stata negata la possibilità di sviluppare un progetto importante, per noi e per l’Expo. Rimane però anche un ricordo felice legato ai nostri colleghi persiani, con i quali è stato bello lavorare e che ci hanno dimostrato la validità del loro approccio all’architettura, indipendentemente dagli orientamenti e dalle strategie del loro governo”, concludono gli architetti dello studio Lad.

 

 

 

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