CASA IN PROVINCIA
Architettura e Design al servizio del cittadino.
di Francesco Corsi
Si parla tanto di giovani ultimamente: sono il nostro futuro eppure destano preoccupazione perché stentano a trovare la loro fetta nel mercato del lavoro. Nel caso dei professionisti poi, velatamente ci si chiede se i giovani abbiano davvero le qualità e la preparazione per competere con le generazioni precedenti o se abbiano fatto qualcosa per provare il loro valore.
Ecco, il giovane studio di architettura LAD ha fatto molto più di qualcosa: da anni produce progetti e realizzazioni di architetture avveniristiche e di interior design di pregio sul nostro territorio, dimostrando una grande qualità.
LAD (che sta per Laboratorio di Architettura e Design) è lo studio di un architetto, Francesco Napolitano (1979) e di un designer, Simone Lanaro (1971). Insieme portano avanti la professione coniugando l’aspetto realistico del fare architettura con l’impegno nel proporre idee creative per migliorare la metropoli contemporanea.
Sono ad esempio gli autori dello Stealth, il pluripubblicato edificio commerciale su via Cassia, un curioso misto tra una piramide e un’astronave (tutto rivestito di zinco-titanio) e del centro sportivo dell’Olgiata, che presenta una copertura apribile montata sulle poderose travi in legno lamellare dall’espressiva forma a boomerang.
L’impegno dello studio non è solo sull’architettura: l’intesa attività sull’interior design ha consentito di accumulare un portfolio notevole composto di Hotels (nella foto), gallerie d’arte, studi e abitazioni. “Nell’interior design il lusso e il budget elevato non sono per forza sinonimi di qualità” dice Simone Lanaro e continua: “anche l’interno di una capanna può essere poetico, se progettato con intelligenza e dedizione. La nostra scommessa è quella di saperci adattare ad ogni situazione, ad ogni cliente, ad ogni budget. Molti dei nostri primi clienti erano giovani amici, che non potevano affrontare grossi investimenti sul design del loro appartamento; eppure siamo riusciti a progettare case confortevoli e non banali”.
Accanto all’attività professionale lo studio LAD propone progetti non convenzionali, elaborati in assenza di un vero committente e finalizzati a risolvere, attraverso l’architettura, i problemi della città contemporanea.
Uno di questi è il progetto di recupero dei piloni dell’ex Ponte Bailey a Roma, che ha consentito allo studio di vincere nel 2011 il concorso del “Premio Vocazione Roma” e di essere premiato dall’allora presidente della Provincia Nicola Zingaretti.
“La nostra è un’idea per rimediare alla situazione di degrado dei piloni dell’ex ponte Bailey, che è sotto gli occhi di tutti coloro che a Roma percorrono via di Tor di Quinto, all’altezza della collina Fleming”.
Ci racconta Francesco Napolitano e prosegue: “nel letto del fiume si ergono tre misteriosi piloni in calcestruzzo armato, che erano in realtà i supporti del vecchio ponte Bailey, smantellato negli anni sessanta. La nostra idea prevede un accordo tra la pubblica amministrazione ed un finanziatore privato che sia pronto ad investire nella demolizione di due dei tre piloni. A fronte di questo sforzo, la pubblica amministrazione concede al privato di recuperare il terzo pilone e di riutilizzarlo, posandovi sopra una struttura removibile a sbalzo sul Tevere.
Questa piattaforma è una vera e propria piazza pubblica in mezzo al fiume, accessibile a tutti e munita di una struttura polifunzionale coperta sul retro”.
Anche il progetto per la Teleferica di Monte Mario è un’idea di questo genere, ma coinvolge ancor di più il pubblico e la cittadinanza come ci spiega l’architetto Napolitano: “Il Ponte della Musica collega l’asse della cultura (via Guido Reni) all’asse dello sport (via delle Olimpiadi): in poche parole serve a connettere il quartiere Flaminio al Foro Italico. Eppure il ponte è rimasto sostanzialmente inutilizzato per una semplice ragione: nell’intersezione tra i due assi non c’é nulla, anzi, c’è solo la bellissima Casa della Scherma di Luigi Moretti.
Il ponte è vuoto perché non esiste una vera ragione per attraversarlo. La nostra idea serve a dare un vero significato al ponte e a risolvere contemporaneamente una parte dei problemi di mobilità dei quartieri Flaminio e Trionfale: il nostro progetto consiste in una teleferica che dalle pendici di Monte Mario sale in direzione assiale rispetto al Ponte della Musica, fino ad arrivare quasi alla sommità del parco di Monte Mario stesso”.
E il futuro? “Stiamo progettando un edificio a Torrimpietra e una serie di ville a Sutri.
Ci piacerebbe esplorare la tipologia della villa unifamiliare per indagare in modo creativo il rapporto tra architettura e paesaggio nella nostra regione”.