L A B O R A T O R I O  D I  A R C H I T E T T U R A  E  D E S I G N

Tronco piramidale a «incastro»

rivestito in zinco-titanio in area naturalistica

Edilizia commerciale. La realizzazione fa parte del «Punto Verde Qualità 20.12», opera che ricade

nell’ambito degli interventi promossi dal comune di Roma che riguardano aree verdi insufficientemente

attrezzate la cui gestione viene affidata a soggetti privati che hanno possibilità di realizzare un insieme

articolato di servizi di interesse pubblico. L’intervento è stato curato dal Laboratorio di architettura e

design (Lad) garantendo un inserimento non invadente degli edifici all’interno delle aree naturalistiche

L’Olgiata Shopping Plaza

è uno degli edifici

che, a Roma, fanno parte del

Punto Verde Qualità 20.12,

opera ricadente nell’ambito

degli interventi promossi

dal Comune di Roma che

riguardano aree verdi insufficientemente

attrezzate, la

cui gestione viene affidata,

attraverso una concessione,

a soggetti privati che hanno

la possibilità di realizzare un

insieme articolato di servizi

di interesse pubblico. La società

concessionaria, Olgiata

Verde srl, ha affidato la progettazione

al Laboratorio di

architettura e design (Lad)

che ha curato l’intervento

in questione e l’Olgiata

Sporting Club (in pubblicazione

sul prossimo numero)

garantendo un inserimento

non invadente degli edifici

all’interno delle aree naturalistiche

e conservando

più del 70% degli 11 ettari

totali come spazio verde.

L’Olgiata Shopping Plaza è

un edificio che ospita al suo

interno attività commerciali,

ma non è un centro commerciale.

I centri commerciali,

spesso a causa delle loro

dimensioni mastodontiche,

impongono l’utilizzo di spazi

«pseudo-pubblici» coperti

e camminamenti chiusi e

climatizzati che connettono

fra loro i vari negozi: cioè si

entra nel centro commerciale,

e poi si entra nei negozi.

All’Olgiata Shopping Plaza

questo non accade: l’elemento

di connessione tra le

attività è il giardino, lo spazio

esterno, pubblico e attrezzato.

Tutto l’intervento infatti è

il risultato di un’operazione

che potrebbe essere definita

un «incastro»: incastrare

appunto i negozi in un giardino,

ma anche incastrare

un elemento fortemente artificiale,

l’edificio, all’interno

di un area naturalistica.

L’esito architettonico si basa

quindi sul concetto di contrasto

tra l’ambiente verde

e l’edificio stesso, un manufatto

metallico e decisamente

spigoloso, tutto rivestito

in zinco titanio. Se le architetture

possono essere paragonate

alle parole, allora

l’etimologia di questo intervento

è l’architettura militare,

aerodinamica, compatta

ed essenziale. Tutto ciò ha

contribuito alla nascita di un

soprannome scherzoso per

l’edificio, che viene spesso

chiamato «Stealth», come il

caccia americano. Il design

tronco piramidale, che in effetti

ricorda quello dell’aereo

da combattimento, è in

realtà strumentale a smorzare

l’impatto del volume

architettonico, che decresce

con la stessa pendenza della

via Cassia, svelando un

solo livello fuori terra sul

prospetto principale, e due

livelli sul parcheggio.

SCELTE COSTRUTTIVE

Il criterio di progettazione

dell’edificio è stato quello che

Robert Venturi chiama «Shed

architettonico» e cioè: a una

struttura sottostante viene applicata

una «pelle indipendente

» che ne definisce la forma.

La struttura dell’edificio è

quindi semplicemente costituita

da un reticolo in calcestruzzo

armato, al quale successivamente

è stata ancorata

una struttura più leggera in

ferro che ne ha definito la forma

tronco piramidale. Quindi

a una prima fase costruttiva

caratterizzata dal getto delle

strutture in calcestruzzo è seguita

la posa dei profilati in

acciaio che costituiscono l’ossatura

delle facciate inclinate

a 45°. Successivamente su

questa orditura è stata posata

una lamiera grecata e coibentata

all’interno. Questa tecnica

ha consentito di incappottare

perfettamente l’edificio

evitando in tutti i punti i ponti

termici. Lo strato coibente

interno alla lamiera ha un

coefficiente pari a 0,022 W/

mK. Poiché lo spessore della

lamiera nella sezione tipo è

di cm 8, la U del pacchetto

finito sarà sempre inferiore a

0,275 W/mqK (considerando

adduzione interna ed esterna

e lo strato d’aria al di sotto del

tavolato), il che la rende conforme

al dl 311/2006. Sulle

nervature della lamiera è stata

infine posato un tavolato Osb.

Sul tavolato e stata poi posata

una membrana impermeabile

(DeltaVent).

Ed infine è stato posato uno

strato separatore e su di esso

il manto di copertura

in zinco-titanio Rheinzink

a doppia aggraffatura. La

struttura delle pensiline è

una metafora dei portelloni

apribili delle imbarcazioni e

degli aerei; è stata realizzata

in acciaio e ancorata successivamente

alla struttura in c.a.

Sul prossimo numero, a completamento

degli interventi effettuati

a Roma, al quartiere Olgiata,

pubblicheremo l’intervento

«Olgiata Sporting Club», realizzazione

curata dagli architetti

Napolitano e Lanaro. •

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