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Una teleferica a Roma, per collegare il Maxxi col quartiere Trionfale e sciogliere nodi della mobilità capitolina.L’idea, dello studio LAD, è in cerca di sponsor. Anche di sponsor politici.di Marta Veltri
In una Roma storicamente congestionata dal traffico e trafitta da croniche carenze di infrastrutture nel settore dei trasporti, lo studio d’architettura LAD (Simone Lanaro e Francesco Napolitano) propone un’idea brillante per risolvere i problemi della mobilità della zona nord e in particolare dell’area circostante al Maxxi: una teleferica che dalle pendici di Monte Mario sale fino alla sommità del parco omonimo, in direzione assiale rispetto al Ponte della Musica. Il tutto a costo zero per l’amministrazione comunale, attraverso il meccanismo del project financing: il privato chiede al comune permesso di costruire e di mantenere l’opera, rientrando nell’investimento con la gestione della teleferica, dei ristoranti e dei parcheggi annessi.
Un intervento urbanistico che garantirebbe agli abitanti dei quartieri Trionfale e Balduina (siamo attorno ai 150mila abitanti) l’accesso pedonale all’asse sportivo (Foro Italico) e culturale (Maxxi, Auditorium) della zona e, se il ponte fosse percorso dal tram, fino al centro della Capitale grazie al collegamento con Piazza del Popolo, oltre a dare nuova vita al Ponte della Musica e favorire l’uso del parco di Monte Mario (al quale si accede dopo una salita sfiancante). La teleferica coprirebbe un tragitto di appena 320 metri con un dislivello di 116 mt e per la sua realizzazione non sarebbe necessario disboscare le aree interessate dal percorso. L’area in questione, tra l’altro, è considerata dal PRG della Capitale come ambito di valorizzazione, per la quale è prevista la riorganizzazione della mobilità. Il progetto poi fa la sua comparsa proprio a ridosso delle elezioni, come a volersi far adottare da qualcuno dei candidati sindaco.
Da Barcellona a Rio de Janeiro, l’idea di utilizzare teleferiche e funivie in aree urbane non è nuova e, già in altre città, risolve alcuni nodi trasportistici. Se uno dei candidati a sindaco considerasse seriamente una proposta come questa sarebbe un significativo segnale di cambiamento, di cui Roma ha estremamente bisogno, e sarebbe un bello stimolo anche per altri studi di urbanistica, architettura e design che così sarebbero forse più incoraggiati a proporre e immaginare lo sviluppo della città.